LA LEGGENDA DI S. ANTONIO ABATE
Il 17 gennaio ricorre la festa di Sant’Antonio Abate: secondo la tradizione e antiche leggende, durante quella notte agli animali sarebbe stata data la facoltà di parlare.
Egiziano di nascita, Sant’Antonio Abate morì nel deserto della Tebaide nel 356; è considerato il Santo protettore degli animali domestici e spesso lo troviamo raffigurato vicino a un maialino con una campanella al collo.
Questa festa, oltre a ricordare gli animali e la particolare vita del Santo, scandisce anche il tempo tra le semine e i raccolti delle campagne.
LA BENEDIZIONE A LIBBIANO
Negli anni ’40 – ‘50 a Libbiano veniva rispettata questa tradizione: i contadini dei dintorni quel giorno si tenevano liberi da altri impegni e si incamminavano per la strada maestra fino in paese dove altri paesani li attendevano, sia che piovesse o che ci fosse il sole, per la tradizionale Benedizione degli Animali. Chi aveva buoi, chi le pecore, i cavalli, gli asini, conigli nelle ceste e galline… e non mancavano ceste di uova fresche.
Si radunavano in Piazzetta, davanti alla Chiesa. Portavano pure un po’ di fieno o biada affinché gli animali stessero buoni almeno un’ora. Finita la celebrazione della Santa Messa, Don Ceccanti usciva sul sagrato della Chiesa e benediceva gli animali. Era una cosa bellissima che tutti gli anni attendevamo con gioia. Dopo i saluti tra paesani, ognuno tornava a casa, dove era atteso dalla vita di ogni giorno.
“Io che amo le tradizioni posso dire che è veramente un peccato che tutto questo sia andato perso nel tempo, anche se capisco che oggi, forse, non sarebbe più possibile. Comunque è bello anche così, che attraverso noi più “grandi”, i nostri figli e nipoti ricordino Libbiano anche in questa veste degli usi e costumi che fanno parte del nostro prezioso bagaglio culturale-popolare”.
di Giovannella Cerri
Per saperne di più:
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_abate