La balia, l’infermiera e…
Libbiano è un piccolo paese che in passato, a causa delle strade non asfaltate e la scarsità dei veicoli, non era facilmente e velocemente raggiungibile. Per questo motivo fra i libbianesi è sempre stata forte la necessità e la volontà di una forma d’autonomia: in certi momenti era impensabile chiedere e ricevere aiuto in breve tempo pur dal vicino Pomarance oppure sarebbe stato troppo costoso o complicato poterlo avere.
Troviamo così tante persone generose, umili, brave e laboriose che hanno fatto di questo piccolo borgo, un Grande paese. Ecco allora che queste persone associarono al proprio vivere delle azioni verso la comunità; oggi sarebbe impensabile poterlo fare: fra le specializzazioni e le certificazioni necessarie si potrebbe andare in galera in un batter d’occhio! Ma, come dice un vecchio adagio, di necessità si fece virtù.
Ci piace raccontarvi alcune di queste storie.
LA BALIA: l’Eva
Una persona molto importante per tutto quello che ha fatto, è stata l’Eva Berni. Era la moglie di Primo Longinotti e abitava in via del Castello. Aveva una prestanza fisica non comune; i capelli lisci raccolti a crocchia sulla nuca, tenevano il volto scoperto e inconfondibile. Nei decenni dal ’30 al ’50 ha preso a cuore la cura delle partorienti libbianesi; con la pazienza, bravura e praticità di un’ostetrica qualificata (in quegli anni non c’era l’obbligo di farsi assistere da personale sanitario qualificato) l’Eva ha fatto nascere decine e decine di marmocchi.
A volte, se le cose non si mettevano al meglio per il nascituro… magari con sistemi arcaici, riusciva a fare tornare tutto alla normalità. Le donne assistite avevano una gran fiducia in lei che si prodigava nonostante avesse a sua volta una famiglia numerosa; sia che fossero primipare o di secondo, terzo, quarto, quinto e a volte anche sesto parto, si affidavano completamente a lei.
Di bimbi ne nascevano tanti quegli anni… come è risaputo, la televisione non c’era… per cui… Per noi bimbi l’Eva era la cicogna. Per esempio in casa nostra (famiglia di Giovannella Cerri, ndr) capitò che il mio fratellino all’età di nove mesi, era nato nel ’49 quindi dopo di me, era cullato dalla mia mamma e si assopì; mia mamma pensò che stesse dormendo ma improvvisamente… si rese conto invece… che era volato in Cielo.
Fu uno strazio… Ricordo mia sorella Oriana, che aveva sei anni, chiedere alla mia mamma: “Quando è che l’Eva ci porta un altro fratellino?”. Questa era l’Eva per Libbiano: una donna altruista e molto dolce!!!!
Giovannella Cerri
L’INFERMIERA: la Gina
Un’altra persona molto importante e che ha fatto tanto del bene al paese, è stata la Gina. Era la moglie di Dario e abitavano in una casina all’inizio del paese. Anche lei, come altre ragazze di Libbiano, era andata a servizio in una famiglia di Livorno: era la famiglia di un medico e molto probabilmente le aveva insegnato, come si suol dire, i ferri del mestiere… Era capace a fare iniezioni, fasciature e i medicamenti necessari alle persone malconce.
Tornata a Libbiano, forse qualcuno la propose per fare l’infermiera assistente ai medici che si alternavano una volta a settimana: i medici erano il dottor Enzo Merlini e il dottor Mario Palla, tutti e due venivano da Pomarance. La Gina andava a fare le iniezioni a casa delle persone che avevano bisogno e a fare anche delle visite di cortesia… caso mai ci fosse stato bisogno anche di un po’ di compagnia.
“Ricordo che aveva anche una piccola scorta di medicinali che custodiva in casa per i momenti più critici: una colica, una slogatura… serviva la medicina giusta… dell’alcool o dell’acqua ossigenata per disinfettare, delle bende…”
È stata preziosa per tutto il paese… e non ricordo che nessuno si sia lamentato di lei. Era una donna semplice, di statura media, un po’ curva di schiena… e capitava di vederla spesso per le strade di Libbiano a passo svelto andare ad assistere qualcuno in difficoltà. Questa era la Gina.
Giovannella Cerri
Sempre a proposito della Gina, aggiungiamo anche i ricordi di Vanna.
“La Gina era l’infermiera di Libbiano, sempre accanto ai dottori che venivano. Lei faceva le iniezioni a tutto il paese. Le ha fatte purtroppo anche a me quando ne ho avuto bisogno. Veniva lei a casa e quando la vedevo arrivare m’iniziavano a tremare le gambe, ma era molto brava. Non so come abbia iniziato a fare l’infermiera, so solo che per noi era un’istituzione.
Gina aveva un marito, Dario, un omino piccolo come lo era lei: se chiudo gli occhi me li rivedo davanti, tutti e due piccolini, già avanti con gli anni, lui spesso portava le bretelle, fumava la pipa, ma soprattutto era un amante dell’opera lirica, conosceva le “arie” a memoria e Graziella (sorella di Vanna, ndr) mi dice che stava incantata ad ascoltarlo per ore, da lui ha imparato ad amare il bel canto. Mia sorella Graziella ha imparato da Dario a conoscere la lirica, le cantava tutte le arie più famose e poi lei le ricantava a me.
Avevano una casetta piena di ninnoli e belle cose che m’incantavo a guardare quando mi capitava di andare da loro. Quanto andavo volentieri in quella casa!!! Era piena di cose belle!! Due persone splendide che ho conservato nel cuore!!!”
Vanna Berni
L’ELETTRICISTA, IL FOTOGRAFO E LO SBROGLIA CARTE: Pietro
C’è chi come Pietro Longinotti, ultimogenito di Eva e Primo, non si limitava a dare un solo contributo: se c’era bisogno di sistemare l’impianto elettrico di casa, riparare qualche piccolo elettrodomestico, fare fototessere o ricordare eventi particolari con immagini… il nome era uno solo: Pietro. Inoltre, grazie al suo lavoro (era impiegato all’Enel di Larderello), aveva dimestichezza con tutte quelle pratiche da Azzeccagarbugli che per molti libbianesi erano peggio che l’arabo.
Con la stessa generosità e immediata disponibilità, tipica dei libbianesi, si metteva all’opera per dipanare ogni problema che lui poteva risolvere.
La naturale scrupolosità lo faceva essere un provetto elettricista, in grado di affrontare anche impianti complessi o resi tali da continue modifiche (non sue!); la stessa precisione e competenza che lo aveva reso fotografo “ufficiale” di Libbiano: armato con la sua fedele macchina fotografica Ferrania sapeva fornire servizi fotografici al di sopra delle più rosee aspettative. Ma la cosa che lo rendeva ancora più prezioso era la sua innata capacità di venire a capo anche delle più intrigate pratiche, risolvendole o comunque limitando al minimo le sanzioni che pendevano su chi gli si affidava.
Unico e insostituibile.
Paolo Bartalesi
NON SOLO MAESTRA E SARTA, ANCHE CONSIGLIERA E CONFIDENTE: la Margherita
La maestra Margherita era una donna all’apparenza burbera, ma sapeva insegnare molto bene; accanto alla lavagna teneva una canna per indicare sulla carta geografica le varie città e nazioni……ma a volte capitava che la canna servisse per farsi rispettare e richiamare all’ordine… specialmente per i maschietti (tié!, ndr).
All’epoca, nei piccoli paesi come Libbiano, le persone come la maestra Margherita e il pievano don Nicolò Ceccanti incutevano un po’ di soggezione così tutti li rispettavano… però la maestra Margherita era amica un po’ con tutte le donne del paese, in particolare con le mamme dei suoi alunni. Ricordo che a me piaceva tanto leggere, ma i libri non c’erano e la Maestra, dato che ogni mese come tutti gli insegnanti riceveva “Il Giornalino” dove erano indicate le lezioni da impartire, a fine mese lo regalava quando a una quando all’altra bimba e così quando toccò a me ne fui felicissima e lo tenevo come una reliquia.
Oltre a fare la maestra, Margherita faceva la sarta del paese dato che non ce n’erano e le donne di casa avevano il suo bel d’affare con le famiglie, in genere numerose; lei cuciva un po’ per tutti ed era anche molto brava in questo. La casa dove viveva con Gino e la suocera Camilla era in Torre, con un portico sotto il quale di pomeriggio Margherita cuciva; molte donne andavano a farle compagnia: chi per aiutarla, chi per scambiare quattro chiacchiere o chiedere consigli: era la confidente e la consigliera del paese, una persona schietta e sincera, amica di molte persone.
Si dava molto da fare per la famiglia, per la scuola e il lavoro di sarta e tutto queste cose le faceva con passione. Era una donna che sapeva essere semplice ma anche molto elegante nelle varie occasioni che si presentavano.
Giovanella Cerri e Sabina Cerri
Conoscendo meglio queste persone, e ce ne sarebbero tante altre, capite perché Libbiano è qualcosa di davvero speciale!
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Che emozione vedere questa foto di mio babbo e della mia famiglia che mia nonna Maria custodiva nel suo scrigno