Il nuovo Circolo di Libbiano

Il Circolo, a Libbiano, non è solo un bar o una trattoria: è molto di più. E’ un punto d’incontro per giocare a carte, ballare, parlare, prendere un caffè o un ponce (punch)…

Si anima la sera ma nei giorni festivi anche il pomeriggio. Nella storia di Libbiano, il Circolo ha trovato sede in alcuni locali: dalla cantina di Tripoli fino a quella in un paio di stanze che si affacciano su Piazza Cavalcanti, oggi adibite a rimessaggio. I penultimi gestori sono stati Feo Libri, la moglie Tardina e la figlia Luciana.

Le due stanze, un po’ umide perché addossate al monte, risultarono un po’ piccole per il numero di persone che vi si riunivano e anche questo portò alla decisione di costruire un edificio di proprietà che sarebbe sempre stato il Circolo.

Dove costruirlo?

Terreni pianeggianti liberi vicini al centro del paese non ce n’erano ma la decisione fu presa in conseguenza a una donazione…

L’orto su cui è stato costruito il Circolo era della famiglia Scerni, una delle tante proprietà nel libbianese come l’edificio della scuola e la Fattoria; la famiglia decise di donare il terreno al popolo di Libbiano perché vi fosse eretto il Circolo: punto d’incontro e di socializzazione.

Ci piace sottolineare la generosità della famiglia Scerni che negli anni ha sempre svolto un ruolo filantropico verso i libbianesi.

L’edificio è stato costruito dalla Cooperativa Nuova Liberlavoro di Montecerboli (dove lavoravano Vasco Fedeli, Furio Fedeli e Feo Libri) con i propri fondi destinati a scopi sociali.

Alla costruzione del Circolo hanno lavorato Vasco e Feo (fissi) con Furio e altri muratori della cooperativa che venivano destinati a quel lavoro quando era necessario e le condizioni lavorative della Cooperativa lo consentivano, per lo più i sabato e le domeniche. La squadra degli operai lavorò sette giorni su sette dalle fondamenta al tetto.

Nella costruzione delle murature faccia vista sono state adoperate le pietre provenienti dalla demolizione del podere Aia al Cerro (sulla strada che va a Monterufoli, ndr) che all’epoca era già un rudere.

L’inaugurazione del nuovo Circolo è avvenuta nel 1969.

L’iniziativa di costruire un Circolo

Partì dai dipendenti libbianesi della Cooperativa Nuova Liberlavoro poiché la stessa aveva già costruito altri Circoli in zona utilizzando i fondi sociali; Vasco (le cui memorie, riportate dal figlio Stefano, sono state indispensabili per ricostruire con esattezza quest’evento, ndr) crede di ricordare che il progetto originario fosse del geom. Goretti (della Cooperativa): inizialmente era prevista la costruzione di un solo piano; poi a forza di pranzi e cene fatti dalle donne libbianesi (la Maris, la Lenzina, la maestra Margherita, l’Annamaria, la Renza e sicuramente anche altre), i dirigenti della Cooperativa vennero “convinti” a fare anche il secondo piano, raccordandosi con la terrazza della scuola.

Pare che l’osso più duro da convincere fu il geom. Bambi che… non veniva a mangiare… ma che poi fu convinto dai colleghi (che mangiavano bene e volevano continuare a farlo!).

In quella fase intervenne nelle finiture progettuali anche un giovane geometra libbianese alle prime armi… tale Piero Cerri (figlio di Gino e della maestra Margherita, ndr) che poi ha fatto molta strada in terra straniera, mettendo in risalto le proprie capacità e le larghe vedute.

Vasco ricorda che tutti a Libbiano contribuirono, come poterono, alla costruzione del Circolo aiutando nelle varie fasi dei lavori.

Oggi

Oggi l’edificio è di totale proprietà dell’ARCAL che l’ha rilevato dalla Cooperativa Nuova Liberlavoro quando la stessa si è sciolta; lo scoglimento della Cooperativa non lasciò nessuno a casa perché tutti i dipendenti furono assunti dall’Enel di Larderello dopo una lunga e impegnativa trattativa andata a buon fine.

L’ARCAL è stata costituita nel 1979 dopo che l’ENAL (Ente patrocinatore del Circolo fin da quando era nella cantina di Tripoli) fu sciolto in base alla legge sugli Enti inutili (!).

Nei suoi locali, oltre al bar ben rifornito, trovano spazio un locale che in passato è stato adibito a rivendita di generi alimentari, un locale con PC e televisione, il servizio igienico mentre al piano inferiore ci sono una grande cucina perfettamente a norma, un ristorante con circa 70 coperti, una dispensa e ancora un ampio servizio igienico a norma per ricevere portatori di handicap.

Dalle finestre a valle del Circolo si vede lo scosceso Fienanale, la vallata del torrente Trossa e, sullo sfondo, il paese di Pomarance adagiato sul crinale dei colli che marcano l’orizzonte: una vista mozzafiato!

 

Un vivo ringraziamento a Vasco e Stefano Fedeli

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