La maestra Margherita e Gino
Fra le molte persone che hanno lasciato un segno positivo e profondo nella vita libbianese, non si possono dimenticare la maestra Margherita e Gino Cerri. Nel corso della loro vita sono state persone che per quanto hanno fatto, e come l’hanno fatto, sono rimaste nella memoria di tutti con un piacevole e riconoscente pensiero.
Questa è la loro storia.
Margherita Molesti nacque nel 1903 a Fabbrica di Peccioli. Aveva un fratello, Ansano, maestro anche lui e altre due sorelle più grandi che morirono durante l’epidemia dell’influenza “spagnola”. Rimasti orfani i due bimbi furono presi in casa e cresciuti dagli zii benestanti che non avevano figli. Studiarono entrambi alla scuola magistrale.
Gino Cerri, nacque a Libbiano nel 1901, era figlio di ragazza madre, Camilla, pertanto prese da lei il cognome. Fin da piccolo visse in casa dello zio Giocondo (fratello di Camilla e Raffaella “Fella”, marito di Genoveffa “Geffa”) con i cugini Rina, Ezio, Amerino, Ottavino, Berto, Renzo e Giordano che lui considerava come dei fratelli.
Quando nel 1925 Margherita venne da Fabbrica a Libbiano per fare la maestra, fu presa in casa da Giocondo Cerri dove conobbe Gino: l’amore non tardò a marcare la loro conoscenza e si sposarono.
Margherita e Gino ebbero due figli: Vanda, la primogenita, e Piero.
Gino, pur avendo solo la licenza elementare, era una persona intellettualmente curiosa e intelligente; leggeva e il suo passatempo preferito erano le parole crociate. Aveva un cavallo con il quale si spostava (quando la moglie e la figlia erano a Montegemoli andava a trovarle).
Gino era un coltivatore diretto; aveva una vigna vicino a Libbiano (sotto le Codette, verso il podere di Oris Poli, ndr) e un altro pezzo di terra a Mortinicci (zona abbastanza vasta che va dalla Stallina, comprende le ultime pendici del colle libbianese sul versante a nord, poi Campo Vile fino in Trossa, ndr).
A Libbiano in quegli anni vi erano molti bambini di diverse età che frequentavano la scuola elementare nei locali adiacenti all’attuale Circolo. Inizialmente vi era una sola aula, poi col tempo la scuola fu sistemata e ne venne ricavata una seconda. Vi furono alcuni anni in cui Margherita era l’unica maestra del paese, altri in cui invece vi era anche un altro insegnante; col passare del tempo, quando i bambini diminuirono, rimase da sola a dover svolgere il suo lavoro a una pluriclasse, composta da alunni di diverse età: dalla prima alla quinta elementare.
Margherita era una mamma e una maestra severa (come richiedeva il ruolo a quei tempi… erano gli stessi genitori degli alunni a chiedere severità), ma contribuì a far crescere in responsabilità e serietà i suoi figli e molti suoi alunni che la ricordano con profondo affetto. Gino era invece più “morbido” con i figli.
Oltre a fare la maestra, Margherita faceva la sarta per i libbianesi. La casa dove viveva con Gino e la suocera Camilla era in Torre, con un portico sotto il quale di pomeriggio Margherita cuciva; molte donne andavano a farle compagnia: chi per aiutarla, chi per scambiare quattro chiacchiere o chiedere consigli. Era la confidente e la consigliera del paese, una persona schietta e sincera, amica di molte persone, e in particolare di Iole Barsotti.
Nel periodo della guerra alcune famiglie di ebrei vennero a Libbiano per fuggire dalla deportazione; insieme agli altri libbianesi, anche Gino e Margherita li aiutarono a nascondersi e a salvarsi. Nonostante Gino fosse a Libbiano capo del fascio, disubbidì agli ordini superiori e mantenne il segreto non consegnandoli mai ai tedeschi che pattugliavano le zone. L’umanità prevalse sulle ideologie politiche che evidentemente in questo caso non condivideva.
Sia Gino che Margherita erano dei gran lavoratori e grazie ai loro innumerevoli sacrifici riuscirono a far studiare entrambe i figli (in un’epoca, soprattutto quella della primogenita, in cui non era facile mantenere i figli agli studi).
Vanda fece le medie in collegio a Pomarance e le Magistrali a Pisa, in casa dello zio Ansano e della zia Iride, con i cugini Romano ed Enrico. Vanda ha un bellissimo ricordo dei suoi genitori e dei suoi zii.
Nel 1955 Vanda vinse un concorso da maestra e si trasferì a Valdagno, dove conobbe Luigi Acerbi. Anche in questo caso l’amore fu galeotto: s’innamorarono e si sposarono.
I loro tre figli sono Giancarlo (medico veterinario, oggi sindaco di Valdagno), Cristina (insegnante di lettere nella Scuola Superiore) e Marco (perito tintore): dei veri libbianesi DOC, innamorati di questo piccolo paese dove trascorrono le loro vacanze estive.
Piero nacque nel 1942, quando la sorella Vanda aveva esattamente dieci anni. Era un bambino molto vivace e la nonna Camilla lo doveva rincorrere spesso per le vie di Libbiano.
Insieme agli altri ragazzini si divertiva con i giochi più semplici e fin da piccolo mostrò la sua indole di “costruttore” ingegnandosi a realizzare piccoli capanni, carretti, piste da ballo, ecc.
I suoi amici di sempre e di mille scorribande erano in particolare Virio e Lido. Da piccoli ne combinarono veramente tante, divertendosi un sacco, facendosi anche molto male e poi prendendo delle severe sgridate dai loro genitori.
Piero frequentò le scuole elementari dove ebbe come maestra la sua mamma ma anche altri insegnanti. Fu poi mandato in seminario, per le scuole medie, insieme a Virio. Di quel periodo i ricordi più piacevoli sono quelli delle messe cantate alla presenza del Vescovo di Volterra: Piero infatti faceva parte del coro delle voci bianche e spesso era il solista, mentre il suo grande amico Virio accompagnava il Vescovo portando il candelabro.
Successivamente Piero fu mandato a frequentare le scuole superiori a Pisa, dove venne iscritto a Ragioneria perchè bravo in matematica; dopo due anni decise di proseguire i suoi studi come geometra dove ha raccolto molte più soddisfazioni.
Per un periodo abitò con gli zii Ansano e Iride a Pisa. Si diplomò geometra nel 1964.
Piero, anche mentre studiava, andava spesso a trovare la sorella a Valdagno. Il cognato Luigi Acerbi si interessò per trovargli un lavoro e così una volta terminati gli studi si trasferì a Valdagno e abitò per alcuni anni con la sorella e la sua famiglia.
Cominciò a lavorare come geometra libero professionista in uno studio, dove si occupò di progettazione di edifici e condomini importanti, seguendone sia la progettazione che la realizzazione in cantiere.
Proprio in quello studio Piero conobbe Luisa che svolgeva il lavoro d’impiegata. I due si innamorarono e così Luisa cominciò a frequentare Libbiano e i cari amici di sempre.
Piero e Luisa decisero di aprire il loro studio di progettazione verso la fine degli anni ’60, dove Piero continuò ad esercitare la libera professione e nello stesso periodo Gino e Margherita si trasferirono a Valdagno, andando ad abitare con Piero.
Luisa ricorda le domeniche in cui Gino andava dalla figlia Vanda a prendere i nipotini e li portava a mangiare a casa con i nonni.
Nel 1971 Gino si ammalò e morì, pochi mesi prima delle nozze di Piero e Luisa.
Margherita continuò ad abitare con Piero e Luisa, dapprima a Valdagno e poi a Cornedo. Negli anni successivi nacquero le figlie Sabina e Isabella. Oggi le due figlie si sono laureate: Sabina, Architetto libero professionista (come il papà) e Isabella, Dottoressa in Scienze Audioprotesiche e Naturopata.
Margherita non smise di cucire e confezionò tantissimi vestitini per le nipotine; lavorava all’uncinetto e leggeva, si occupava della casa, cucinava per la famiglia e seguiva le bambine nei compiti, perchè Piero e Luisa erano tanto impegnati nel loro lavoro.
Piero si iscrisse all’Università di Architettura di Venezia e conseguì la laurea nel 1983, mentre lavorava.
Ogni volta che poteva Piero con la sua mamma e la famiglia tornava a casa a Libbiano, dove incontravano nuovamente tutti gli amici e i parenti che erano emigrati per lavoro in altre città o regioni, trascorrendo nel paesino le vacanze natalizie, pasquali ed estive .
La gratitudine dei libbianesi nei loro confronti non ha avuto mai fine: quando arrivava “la maestra” tutti andavano a farle un saluto e a scambiare quattro chiacchiere con lei, magari ricordando le avventure del passato.
Margherita è passata a miglior vita nel 1992 nel giorno del suo 89° compleanno.
Piero, Luisa, Sabina e Isabella, come pure tutta la famiglia Acerbi, tornano a Libbiano ogni volta che è possibile.
Sabina ha trasmesso il suo amore per questo paesino anche al marito Gabriele e ai figli Davide ed Elisa.
Le famiglie di Vanda e Piero vogliono concludere questi ricordi con una frase che viene dal cuore: “Libbiano fa parte di tutti noi, è stato e sarà sempre la nostra casa e i libbianesi la nostra grande famiglia”.
Un sentito ringraziamento alle famiglie di Vanda e Piero, in particolare a Cristina e Sabina che hanno raccolto le memorie di tutti loro.