Leggendo anche pochi di questi racconti, vi sarete accorti quanto questo paese e i Libbianesi siano particolari… ed esprimo il senso più positivo di questo termine.
Libbiano ha visto negli anni i propri abitanti cercare maggior fortuna in luoghi lontani… ma d’agosto, succeda quel che succeda, si torna al paese. La voglia di divertirsi, di stare insieme, d’inventare nuove cose da fare, gli scherzi bonari, sono sempre stati una prerogativa dei Libbianesi. Tiziana, autrice di questo articolo, ci ricorda come Libbiano, per merito dei suoi abitanti, sia sempre stato vivo e come mai le grandi feste estive che durano giorni e giorni (che i Libbianesi hanno sempre chiamato al singolare “la Festa“) si sono da sempre raggruppate nella prima quindicina d’agosto.
COME GIRARE LA TOSCANA IN LAMBRETTA
Due “sciagurati”, amici fin da quando erano nati, non si rassegnavano al fatto di essere cresciuti e, ridendo e scherzando, sognavano le vecchie serate passate in giro in Lambretta per la campagna toscana, in cerca di una festa in cui ballare.
Fu in una sera d’estate del 1970/1971 che fecero nascere la Festa d’Agosto di Libbiano. Naturalmente sempre dopo la Festa della Madonna della Neve del 5 d’Agosto che semmai era l’apertura delle feste!
Dicevano: “In fondo che ci va? Si fa un po’ di polenta, du’ salsicce…”
Piero e Dedo (Alfredo) partirono alla volta del Veneto per prendere la polenta, quella bella gialla. Virio organizzò la piazza e gli aiuti.
In tre giorni fu tutto organizzato: coi permessi, con la musica, con due paioli posti in piazza, piatti raccattati in paese da chiunque, poi restituiti, catini vicino alla fonte per lavare i piatti al momento, tavoli e sedie presi dal Circolo…
Le donne facevano il sugo in casa e lo portavano con i tegami; olio “bono” delle nostre zone, bimbi che grattavano il formaggio… Nando che rumava la polenta, Giuliano che cantava.
Virio e Piero andavano per i paesi vicini col megafono a pubblicizzare la cosa.
Ed ecco creata la Festa!
GLI ANNI PASSAVANO MA…
Negli anni a venire, l’estate libbianese si è arricchita di tante idee, tanta voglia di stare tutti assieme. La gioventù a Libbiano era tanta e aveva voglia di stare al paese. Tutti aiutavano!
Si mise un banchetto accanto alla fontina con un cartello: “Per la Festa” e in un attimo fu riempito di roba dell’orto per fare le zuppe, la panzanella! Poi arrivò quell’olandesina e portò le patatine fritte a stick. Tutti a pelare patate e tagliarle a bastoncini! Venivano lasciate nelle bacinelle piene d’acqua e fritte al momento! Un successone inimmaginabile!
Si cercarono sponsor, si fece la Corrida, e si ballava, si cantava, si leticava e si faceva pace.
Nelle sere d’estate non esisteva la parola noia. Venivano coinvolti tutti, grandi e piccini.
Le meravigliose Caccia al Tesoro, i tornei di pallavolo, le partite di calcio nel campino della Coste. Le serate a giocare a Guardie e Ladri. Il Palio dei Rioni che si dovette smettere per troppo campanilismo. Le cene delle contrade, con gran finale di gavettoni da parte delle altre contrade. I gavettoni del 15 agosto, di quando quei pazzi furiosi dei Senegalesi vennero su con l’autocisterna e ci travolsero d’acqua. Le donne che urlavano che l’acqua non si sprecava!
Giocare a nascondino a squadre, a Madama Dorè, gli spaghetti per tutti a mezzanotte… e le barzellette raccontate sotto le stelle? I vasi dei fiori in piazza, le targhe delle auto scambiate, le merende e i bagni in Trossa (il mare di Libbiano) e la Silvia (mamma di Dedo, ndr) che, dopo aver assistito alle scorribande serali, la mattina passava e diceva: “La sera lupi, la mattina agnelli”.
I fantasmi di Sant’Ermo, le passeggiate di notte fino alla curva delle Piagge per cantare affinché i Miccianesi ci sentissero. Il suono delle campane ogni giorno più forte.
Le catene di mani ogni volta che qualcuno ripartiva e segnava così l’inizio della fine dell’estate!
…E POI LA CENA ITINERANTE!
Poi è arrivata la Cena Itinerante, con tre giorni “devastati” dal correre, a tagliare questo e quell’altro. “Chi ha bisogno?” – Giravi con un grembiule e un coltello in tasca per affettare. Ognuno preparava qualcosa: dagli antipasti fino ai dolci passando dalla polenta, dalla pappa al pomodoro (specialità della Quirina) dalla ribollita, dalle vellutate, fino alla carne arrostita e agli affettati. Nessuno doveva andar via senza aver mangiato tanto e bevuto di più!
E poi il pullman che ci portava tutti al mare: prima a Capocavallo, poi a Marina di Bibbona!
E quante meravigliose storie d’amore sono nate, alcune nascoste, altre di cui non sapremo mai l’esistenza. Ma era l’estate! Era il nostro meraviglioso indimenticabile agosto!
Noi che abbiamo vissuto tutto questo, ci sentiamo fortunati.
di Tiziana Barsotti