A partire dagli anni ’50, nei pomeriggi delle domeniche estive, qualcuno metteva la musica e i giovani si mettevano a ballare sulla “pista” (spazio pavimentato in cemento lisciato nella piazza principale del paese, ndr).
In quegli anni c’era una bella gioventù a Libbiano; i ragazzi, sì tanti bei giovani, si vestivano alla moda del tempo: alcuni con i capelli col ciuffo, altri ricci, altri ancora lisci con la brillantina; venivano anche da Micciano, Pomarance e da Saline di Volterra a corteggiare le belle ragazze libbianesi! Arrivavano chi con la moto, chi con la Lambretta.
Le ragazze di Libbiano erano proprio belle: bellezze naturali; belle alla pari di tante attrici del cinema di quei tempi.
Erano sempre alla moda: chi indossava abiti stretti, chi portava le gonne godé scampanate o arricciate in vita. Sembravano delle bambole, coi capelli sempre a posto: lunghi, corti, lisci ma soprattutto erano ondulati e arricciati. Le scarpe erano basse, tipo “ballerina”, o con tacco medio-alto.
Le facce “acqua e sapone” oppure un po’ di cipria e rossetto, sempre allegre e sorridenti: la spensieratezza della gioventù!
Appena sentivano la musica… tutti in pista! Andavano di moda le canzoni di Claudio Villa, Luciano Tajoli, Giorgio Consolini, Nilla Pizzi, Tonina Torricelli, Julia de Palma…: cantanti che con l’avvento del Festival di Sanremo (iniziato nel 1954) erano ai vertici delle classifiche. Le canzoni più in voga erano “Papaveri e papere”, “La casetta in Canadà” e molte altre.
Non c’erano altri divertimenti e senz’altro su quella “pista” sono nati piccoli o grandi amori che magari durano tutt’oggi.
Giovannella Cerri