Il cinema la televisione e la scuola di ricamo

Gli abitanti di Libbiano hanno sempre lavorato duro, senza posa, ma non dobbiamo immaginarli inclini solo a questo: proprio per questo fardello che le necessità imponevano, per contro c’era una gran voglia di divertirsi, ridere e svagarsi. I ragazzi sono sempre stati tali: con la stessa voglia di rendersi utili alle proprie famiglie ma allo stesso tempo con una gran voglia di vivere.

Ecco dunque che in questo piccolo paese si sono sempre realizzate forme di divertimento e di svago come il cinema e la televisione ma senza mai perdere di vista le opportunità legate all’apprendere nuove possibilità di lavoro.

LE PROIEZIONI CINEMATOGRAFICHE A LIBBIANO

Giovannella Cerri ci ricorda: “In altro articolo abbiamo parlato di un grande garage posto sotto la terrazza e la scuola elementare; un locale che è sempre servito a molti usi (per alcuni anni anche come rimessa del pullman della CAT, ndr). Fra questi usi anche quello di sala cinematografica… è una parola grossa, lo so, però è così!

Per trasformalo in cinema, tendevano un grande lenzuolo e ogni tanto, senza una cadenza fissa, vi proiettavano dei film. Il locale era abbastanza grande per ospitare molte persone. Ricordo l’emozione quando per la prima volta vidi un film, avrò avuto 5 o 6 anni, s’intitolava “La prima moglie Rebecca” (è un film del 1940 diretto da Alfred Hitchcock, tratto dal romanzo “Rebecca, la prima moglie” di Daphne du Maurier, ndr).”

Anche Vanna Berni aggiunge un suo ricordo: “Mi ricordo ancora di un film visto nel Circolo, avevo imparato allora a leggere e il film si intitolava “Niagara“. Lessi ad alta voce il titolo sbagliando però l’accento suscitando l’ilarità di tutti, in primis della mia maestra di prima elementare, la signorina Pieranna Pesciatini: una bionda con i denti un po’ cavallini che però era molto buona!!”

rebecca la prima moglie
Una scena dal film "Rebecca, la prima moglie"

POI ARRIVO’ LA TELEVISIONE

Nel 1944 l’EIAR cambiò nome in RAI (Radio Audizioni Italiane che dal 1954 diventò RAI − Radiotelevisione italiana). L’obiettivo era di far ripartire la sperimentazione televisiva. A settembre del 1949 hanno inizio le trasmissioni televisive in Italia con un programma dalla Triennale di Milano presentato da Corrado.

La programmazione ufficiale rivolta al grande pubblico cominciò a gennaio del 1954, in bianco e nero.

Le trasmissioni duravano poche ore al giorno: iniziavano a mezzogiorno e terminavano verso le 23. (breve stralcio da Wikipedia)

(Vedi l’intero articolo Wikipedia)

Anche a Libbiano, nei primi anni ’50, arrivò la televisione! A quei tempi le televisioni avevano un costo proibitivo: nuovi potevano costare anche 250.000 lire che equivaleva al reddito annuo di una famiglia di ceto medio.

Come ci ricorda Salva Barsotti: “La prima televisione la comprò Don Ceccanti (penso sia stato nel ’54). Potevamo vederla solo il sabato perché poi avevamo scuola. Mi ricordo 10 lire e portarsi la sedia da casa. Allora il sabato sera c’erano le gemelle Kessler: quando apparivano Don Ceccanti si strappava gli occhi poi però apriva le dita e noi ragazzi giù a ridere!!! Il Circolo la comprò dopo, però noi ragazzi andavamo sempre da Don Ceccanti; che bravo Don che è stato: lo ricordo con affetto!”

Claudio Fedeli aggiunge un ricordo non da poco: Mi ricordo che sia zio Pietro che la mia mamma (Renza Longinotti, ndr) mi raccontavano spesso del perché Don Ceccanti comprò la televisione. Era partito per Volterra, con i soldi che aveva racimolato con l’attività dell’oratorio che era al Tinaio, per comprare il proiettore per i film quando nello stesso negozio vide la TV accesa. Fu lì che il negoziante propose la TV anziché il proiettore; da buon “profeta”, Don Ceccanti capì che quello sarebbe stato il futuro e allora portò a Libbiano una delle prime TV della zona.”

Per capire ancora più a fondo la personalità di Don Ceccanti, Giovannella ricorda uno dei tanti momenti caratterizzati dal Pievano: Quando diceva la Messa, i ragazzi si alternavano per fare i chierichetti; quelli che erano liberi andavano in Coro che era dietro la Altare. Si sa che se metti diversi ragazzi insieme fanno confusione, anche durante la Messa. In quei casi il Pievano smetteva di celebrare, andava dietro la Altare e dava qualche scappellotto ai malcapitati che si trovavano lì… poi riprendeva la funzione come nulla fosse successo”.

Ma torniamo alla televisione: dopo poco tempo anche il Circolo, allora in Piazza Cavalcanti e gestito dalla Elsa, ne acquistò una, tenuta nella prima stanza; nell’altra stanza, a destra, c’era il bar. Chi andava per vedere la TV, portava le sedie da casa.

Luciana Libri condivide i ricordi di Salva: Hai ragione, forse Don Ceccanti la comprò nel ’54 perché Ilda si ricorda che andarono in tanti a vedere il matrimonio del principe Ranieri con Grace Kelly che è avvenuto nel 56… ma forse 10 lire no, mi sembra troppo… forse 5…!”

Beh, si sa: i ricordi non possono dare tutte le certezze! 🙂

la televisione a libbiano
Una delle prime televisioni (anni '50)

IL CORSO DI RICAMO

Ce lo racconta Giovannella Cerri:

“Negli anni ’52 – ’53, il Pievano Don Niccolò Ceccanti ebbe l’opportunità di usufruire di una certa somma di denaro messa a disposizione dalla Curia di Volterra col fine di fare un servizio utile al paese di Libbiano.

Con questi denari Don Niccolò Ceccanti organizzò un Corso di ricamo per punto a croce: il corso si chiamava Scuola Lavori CiF (Comitato di Associazione Cattolica Femminile che operava nel Civile e nel Sociale).

Don Ceccanti cercò una ragazza, che dopo la scuola, nel pomeriggio insegnasse a noi bimbe a ricamare; questa ragazza si chiamava Iria Bernied: era molto brava e paziente… la vorrei ancora ringraziare per avermi insegnato il punto a croce.

Per il Corso di Ricamo andavamo in una stanza situata al piano terra, ora sopra ci abita Vito Vanni. Mi pare che ci fosse una stalla: fu ripulita e noi ragazze potevamo andare un’ora o due al giorno a imparare il ricamo.

A me è sempre piaciuto ricamare e… poi, come si dice… Impara l’arte e mettila da parte.”

scuola di ricamo punto a croce
Scuola di Ricamo: il punto a croce
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