E’ forse il dolce più particolare e di antica tradizione libbianese. In alcuni ingredienti può somigliare il gattò umbro ma, rispetto a questo, è molto più ricco e guarnito.
E’ il dolce che ha sempre accompagnato i lauti pranzi delle grandi cerimonie: matrimoni, cresime e comunioni ma in particolare per le festività pasquali (vedi Pani e pesci).
La base del dolce è un soffice pandispagna bagnato con caffé o alchermes e spalmato di cioccolata (qualche volta di crema); altri invece lo preparano con pasta reale arrotolata, farcito con marzapane. Una volta farcito, il dolce viene arrotolato e ricoperto con glassa di chiara d’uovo montata con lo zucchero che una volta cotta in forno prende una bellissima doratura. Alcune persone con un mestolo di legno disegnano sulla glassa, prima della cottura, le squame del pesce.
Come ultimo tocco vengono messi confetti e cioccolatini a disegnare l’occhio del “pesce” e a rendere il dolce ancora più ghiotto. Una volta pronto, viene messo in forno per la cottura.
Da piccolo ricordo di averne visti infornare 4 o 5 per volta nel grande forno a legna vicino all’ambulatorio!
Viene servito tagliato a fette.