Don Niccolò Ceccanti (1909 – 1982) è stato parroco a Libbiano per ben 41 anni, dal 1934 al 1975, e per tutti è e rimane “il nostro prete”. Ogni volta che si torna al paese per qualche occasione che riunisce un numero cospicuo di persone, specialmente nel mese di agosto, non manca mai sentire ricordare “don Ceccanti” e qualche aneddoto su di lui. I ricordi di tutti coloro che ora hanno più di quarant’anni sembrano non esistere senza la presenza di questo prete.
D’altra parte tutti i momenti particolari della vita di una persona, in ogni piccolo paese di un tempo, erano vissuti con il parroco. Ciò che colpisce nei racconti della gente è la riconoscenza verso di lui per essere stato tra loro e “per loro”.
Di lui, i più adulti, ricordano la dedizione alla chiesa, l’attaccamento alle tradizioni, la passione per il canto e la partecipazione alla vita del paese; i più piccoli, invece, le occasioni di divertimento e i “dispetti” che gli facevano.
Ovviamente sempre in tonaca, il pomeriggio lo vedevano sempre recitare il Breviario passeggiando sulla strada che porta a Monterufoli.
Viene ricordato tanto per il canto: fondò la Schola Chantorum e si dice che per le grandi festività, soprattutto il 5 agosto, festa della Madonna della Neve e il 28 ottobre, festa patronale, venissero a Libbiano da altri paesi per sentire le Messe cantate.
A sera, in inverno, era facile trovare da don Ceccanti i biscottini di castagne o una fetta di polenta dolce che dava in cambio di un legno di ginepro per il camino. Questo fino a quando, negli anni sessanta, non comprò la televisione, la prima in paese, che faceva vedere per 5 lire.
Ma stare con lui, specialmente durante le celebrazioni, era il divertimento dei ragazzi. Tra i dispetti preferiti c’era quello di mettere un po’ di aceto nell’ampollina del vino o cospargere di peperoncino il bordo del calice per vedere le sue reazioni. Sembra che don Ceccanti si mostrasse alterato, ma in realtà accettasse tutto, percependoli come forme di affetto.
Don Niccolò Ceccanti è nel cuore di tutti certamente per essere stato a Libbiano per molto tempo, ma anche perchè -opinione diffusa- ha dato sempre esempio di correttezza morale.